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Libro: Manuale di un monaco buddhista per liberarsi dal rumore del mondo

 

Manuale di un monaco buddhista per liberarsi dal rumore del mondo

Manuale di un monaco buddhista per liberarsi dal rumore del mondo

“[…] E’ fondamentale trascorrere del tempo da soli, in silenzio.

Pare che tutto dipenda dalle abitudini di vita delle persone. Ma siamo sicuri che chi vive da solo possa concedersi dei momenti di solitudine e di isolamento? Mi spiego: molte persone appena arrivano a casa accendono il televisore, ed ecco avvicendarsi senza sosta pubblicità, politici, attori, persone famose che discutono, divertono o riportano notizie dal mondo. Penso che sia un sistema utile per combattere la solitudine, ma se lo analizziamo da un altro punto di vista, ci renderemo conto che soffoca qualsiasi possibilità di trascorrere del tempo in silenzio. Forse qualcuno riesce ad avere un po’ di tempo per sé stesso decidendo di vedere solo alcuni programmi a determinati orari. Ma se avete l’abitudine di accendere la TV quando arrivate a casa e di spegnerla solo quando andate a dormire, i personaggi televisivi non si limiteranno a tenervi compagnia ma anche a rimboccarvi le coperte! Agendo così non disporrete mai di tempo per voi stessi.”

da Parte 2: “Piccole tecniche per calmare un animo inquieto. Esercizio 1” 

 

Come primo approccio al buddhismo non c’è male. Il manuale si mantiene su argomenti concreti e circoscritti. In parte con esempi legati alla quotidianità e in parte con riferimenti alla vita del Buddha fornisce quei punti di riferimento base del pensiero buddhista.

I consigli dati non sono per niente semplici e facili, il monaco Matsumoto ci invita a cambiare la nostra vita radicalmente non all’esterno ma all’interno. Trovare l’armonia, distaccarsi dal superfluo, trovare la propria strada, non sono cose da poco. Ma è lo stesso monaco che ci ricorda spesso quanto sia difficile. Così i piccoli suggerimenti o aneddoti per ritrovare la quiete e focalizzare ciò che conta arrivano ben graditi. Non bisogna aspettarsi niente di esoterico, tutt’altro, si va dal visitare i templi al mangiare sano o allo svegliarsi presto e tenere pulita la casa. Ma è l’approccio con cui si affrontano queste attività che fa la differenza!

ISBN: 9788867313969

EDITORE: Vallardi

link: http://www.vallardi.it/catalogo/scheda/manuale-di-pulizie-di-un-monaco-buddhista-libro.html

Merita senz’altro una nota speciale la scelta di vita di questo monaco moderno:

biobrafia dell’autore a cura dell’editore vallardi:

Laureato in filosofia all’Università di Tokyo e MBA alla Indian School of Business, è bonzo del tempio Komyoji di Tokyo. Poco più che trentenne, ha introdotto la mentalità imprenditoriale nell’universo buddhista, sostenendo che la gestione di un tempio è analoga a quella di un’impresa, con la sola differenza che l’obiettivo non è il guadagno ma la felicità dei suoi seguaci. Ha una pagina Facebook molto frequentata, cura il blog del tempio e partecipa a concerti e iniziative benefiche.
Manuale di pulizie di un monaco buddhista è il suo quarto libro, il primo pubblicato in Italia.

 

 

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Il matrimonio dei Topi – 鼠嫁入り

Questa storia è presente nella raccolta shasekishū (沙石集). Shasekishū è una raccolta di racconti (koan) buddisti scritti nel periodo Kamakura con caratteri misti. E’ composta da dieci volumi e circa centocinquanta racconti. Il curatore è il monaco Mujū Dōkyō (1226 – 1312). Il titolo è composto dai caratteri sabbia 沙 , pietra 石 e raccolta 集 e si rifà probabilmente al detto buddhista “creare l’oro dalla sabbia e gioielli dalle pietre”. In inglese è stato tradotto con il titolo di Sand and Pebbles e in italiano come 101 storie zen.

Tanto tempo fa i topi facevano pensavano a chi far sposare la propria figlia:

“nostra figlia dovrà sposarsi con il migliore al mondo!” si dissero i genitori.

“il migliore al mondo è il sole, con la sua capacità di illuminare tutto”.

E così i due, al mattino si recano dal sole e gli dicono

“vi abbiamo portato nostra figlia. E’ molto bella. Vogliate sposarla”. E il sole rispose:

“Io illumino il mondo ma se incontro la nuvola la mia luce sparisce. E’ meglio che facciate sposare vostra figlia alla nuvola”

nezumi 1897

 

I topi pensarono “E’ vero”. E quando videro una nuvola nera le fecero la proposta. E la nuvola disse:

“io ho la capacità di fermare la luce del sole ma non so resistere quando soffia il vento. E’ meglio che facciate sposare vostra figlia al vento”.

I topi pensarono “Ci siamo!”. E ripeterono la loro storia al vento di montagna. E il vento disse ai topi:

“Io posso spazzar via le nuvole ma vengo fermato dai muri. E’ meglio che facciate sposare vostra figlia al muro”

I topi pensarono “è così!” e portarono la figlia dal muro, che disse:

“Io posso resistere al vento ma non posso niente contro i topi che mi scavano dentro. E’ meglio che facciate sposare vostra figlia a un topo.”

E il topo disse “il topo è il migliore di tutti!” e così il topo e la figlia si sposarono.

nezumi1925

 

 

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16 gennaio 2014 · 11:58

Corde Shimenawa

La Shimenawa (注連縄)è una corda rituale ricavata dalla fibra della pianta di riso. Insieme alle strisce di carta a zig zag dette Gohei (御幣) è una delle decorazioni tipiche dei templi shintoisti.

In linea generale le shimekazari (l’insieme delle decorazioni con le corde) indicano la presenza di una divinità (the god is in).

Infatti si trovano all’ingresso dei templi

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oppure cingono alberi o rocce sacre

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il significato però è piuttosto sfumato e le corde vengono utilizzate anche per indicare anche i campioni di sumo (gli yokozuna) o… altri campioni come i tosa-inu.Immagine

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Questa ampiezza di significato può essere fatta risalire a due miti che riguardano la shimenawa.

Il primo mito racconta che quando Amaterasu uscì dalla grotta attratta dalla danza del dio Uzume un dio pose una corda sull’entrata della grotta in modo che la dea non potesse tornarci. Questo mito è in parte contrastante con l’uso effettivo della shimenawa (che invece vuole indicare e invitare la presenza della divinità).

C’è però un altra storia, minore, della zona di Tottori che racconta di come Susanoo, per ricambiare una gentilezza, insegnò ad un uomo come intrecciare la corda di riso e a tenderla lungo una strada per purificarla e tenerne lontano la malignità.

Ecco dunque che sacro e puro tendono a coincidere. Quindi i campioni cinti da shimenawa più che sedi di una divinità indicano la purezza della virtù e del carattere quasi divini che incarnano.

vedere anche questo interessantissimo articolo

qui

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